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Conoscere il Sake

Cosa sai del Sake o Sakè? È un distillato o solamente una bevanda? In questo articolo sveleremo i suoi segreti e racconteremo la sua storia.

Andare in un ristorante cinese è diventato un modo diverso per trascorrere una serata con gli amici, spesso per provare pietanze dai gusti nuovi che possono spesso sorprendere per le loro preziosità gustative.

Difficile rinunciare a un piacevole bicchierino a fine pasto e la scelta cade molte volte sul Sake o Saké, bevanda alcolica di origine giapponese.

Ottenuto da un processo di fermentazione che coinvolge riso, acqua e spore koji,viene anche chiamato “vino di riso“.

La storia data la sua comparsa a partire dal III sec. a. C. e veniva prodotto per la corte imperiale o per i religiosi dell’epoca solo durante l’alternarsi delle stagioni agricole.

Le due zone di produzione sono Kyoto e Hyoto e il numero dei produttori supera ormai la quota di 3.000.

Per creare il Sake, il riso viene maltato, macinato e cotto e la farina che ne risulta viene mescolata ad acqua calda e lieviti di riso selezionati, in modo da innescare il processo di fermentazione, della durata di circa venti giorni, che la trasformerà in bevanda alcolica.

Il composto che ne deriva viene torchiato per ricavare un liquido che dovrà poi essere filtrato, raffinato e pastorizzato.

Prodotto generalmente a una gradazione alcolica di circa 40°, va consumato immediatamente, pena il suo decadimento strutturale o in alternativa mantenuto in frigorifero a bassa temperatura, così da conservarlo più a lungo.

Come tutti sanno, il Sake si beve caldissimo, ma ai più è sconosciuto il fatto che non si scalda la bevanda alcolica, ma la bottiglia di porcellana che la contiene chiamata “tokusen”, che va immersa in acqua bollente fino a fare raggiungere al Sake la temperatura di 50 °C..

Viene servito in piccole coppe chiamate “sakazuki”, sempre di porcellana.

Esistono principalmente due tipologie di sake: quello base o normale (futsuu-shu) e quello per gli eventi o occasioni importanti (tokutei meishoshu).

Il primo assomiglia al nostro vino ed è quello prodotto maggiormente (circa il 75%).

Il secondo possiede la “Certificazione di Raffinamento” o della purezza, fattore importantissimo in quanto la parte interna dei chicchi di riso contiene l’amido mentre la parte esterna contiene oli e proteine, che lasciano aromi e puzze spiacevoli nel prodotto finale.

La raffinazione del riso lascia solo il cuore del chicco eliminando la parte esterna e quindi i difetti della materia prima.

In commercio ne troviamo una versione giovane a circa 32° alcolici e, se di qualità, possiede profumi delicati, caratteristiche morbide e acidule al gusto, ed è leggermente astringente.

Se cercate una maggiore morbidezza e una ulteriore delicatezza dei suoi profumi, sceglietene una versione invecchiata.

Il Sake accompagna i piatti tipici della cucina giapponese e va sorseggiato lentamente, oltre che per tradizione, soprattutto per la temperatura raggiunta dal liquido, ma il massimo del suo splendore lo dona durante la contemplazione della natura che ci circonda, in un religioso silenzio, nella più schietta delle tradizioni orientali.

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